TEA TIME IS BACK!

Il rito del tè delle cinque è qualcosa che per molti ha ancora il sapore di anonime bustine di “tè”, o si accompagna al ricordo di interminabili pomeriggi nel salotto buono della zia. Che potesse tornare di moda non ci avrebbe scommesso davvero nessuno. Adesso invece è boom in piena regola e le cinque hanno sostituito le sette nell’orologio della social life cittadina.


Colazione, pranzo e cena non scandiscono più in modo così rigido la quotidianità e la giornata lavorativa “9 to 5” non è più così diffusa come forse si vorrebbe. Il lavoro è più fluido, i pasti flessibili, le occasioni per incontrarsi, per affari o per piacere, si adeguando cercando nuove o rinnovate possibilità intermedie, più lunghe di un semplice “vediamoci per un caffè” e meno impegnative di un pranzo. In più anche il più lussuoso dei tè resta a buon mercato rispetto ad una cena al ristornate – in momenti in cui fare economia, di tempo e di denaro, pare proprio la soluzione perfetta. 

MA COSA SI MANGIA?
Nell’afternoon tea è vietato mangiare i dolci senza aver prima consumato almeno un tramezzino. Furono inventati dal conte Sandwich (da cui presero il nome) che ossessionato dai tavoli da gioco, pur di non lasciarli neanche per mangiare, si faceva portare delle fette di carne chiuse tra due pezzi di pane. Nei primi del ‘900 il menù perfetto per l’afternoon tea (da servire solo tra le 16 e le 17) prevedeva: pane e burro, almeno 5 tipi di tramezzini, vol au vent di ostriche, cotolette di pollo, due tipi di panna, quattro tipi di gelatina, un gelato e tè sia cinese che indiano!


Oggi, i prediligono dolci monoporzioni, facilmente assaporabili in pochi piccoli bocconi, biscotti, cupcakes o muffins, torte non esageratamente elaborate, ma con gusti affini ai profumi dei vari tè proposti. Esiste poi anche tutto un mondo di prelibatezze salate in base alla stagionalità.